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Campo Base – Porto Franco
Restituzione del primo incontro di condivisione – 23 aprile 2025
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Il 23 aprile 2025 si è tenuto, presso lo spazio gentilmente offerto dallo studio di architettura 70m2, un primo incontro dedicato alla condivisione e alla riflessione sulla pratica della meditazione.

Un appuntamento non programmato, nato spontaneamente nel corso degli incontri settimanali, come spesso accade con le cose autentiche: emergono da un’esigenza reale, non da un progetto preconfezionato.

L’incontro ha rappresentato un’occasione per sostare, ascoltare e tracciare insieme una cornice di senso. Una riflessione sulla pratica stessa, su ciò che avviene nel silenzio, su come si medita e perché si sceglie di farlo in un contesto culturale occidentale che ha da tempo smarrito il contatto con l’interiorità e con il corpo.

Quando ci si avvicina a un percorso meditativo, spesso mancano riferimenti solidi. I modelli che arrivano da tradizioni orientali sono talvolta distorti da letture commerciali o semplificazioni di comodo. In questo spazio si propone una pratica semplice, che riconduce all’armonia interiore attraverso un ascolto profondo della psiche incarnata.

La cornice condivisa durante l’incontro parte da un presupposto fondamentale: lo spirituale non ha più bisogno di essere vincolato al linguaggio delle religioni.

Lo spirito può finalmente tornare a sé stesso, ritrovando radici nel corpo.

Nel corpo – o, più precisamente, nella mente-corpo, nella psiche incarnata – risiede l’intero patrimonio dell’essere umano: personale, familiare, collettivo, transgenerazionale.

È da questo patrimonio incarnato che può nascere un linguaggio nuovo, fatto di metafore corporee e immagini vive, capaci di costruire un ponte tra il tempo dell’utile e quello dell’essere.

Lo spazio meditativo di Porto Franco si configura così come un luogo da cui partire e a cui tornare.

Un luogo in cui la consapevolezza viene coltivata nella sua forma più essenziale: attraverso l’osservazione del corpo, della mente, del respiro, delle emozioni.
Un luogo in cui si scopre che il corpo non è solo un insieme di organi, ma un veicolo di energie vitali, capaci di generare trasformazione.

Queste energie possono manifestarsi come:

  • materia (terra),
  • calore (fuoco),
  • flusso (acqua),
  • movimento (aria),
  • spazio (coscienza).

Sono forze sempre presenti, in movimento continuo, che si esprimono anche attraverso il linguaggio, per esempio: una parola può scaldare, dare stabilità, spingere un’azione, adattarsi, creare spazio.
In questo senso, ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio diventa parte del processo meditativo.

A livello storico e culturale, l’incontro tra Oriente e Occidente ha portato a uno scambio fertile ma anche problematico.
L’Oriente ha custodito per millenni la saggezza interiore della meditazione; l’Occidente, nel frattempo, ha proseguito la sua traiettoria con la scienza e la tecnica, rivoluzionando la vita nel giro di pochi secoli.
Tuttavia, l’accelerazione del pensiero ha comportato una perdita di contatto con i suoi stessi effetti, generando squilibri profondi.

Emerge la necessità di integrare saggezza e compassione, pensiero e sentimento.

Di creare un punto d’incontro interiore tra razionalità e sensibilità, tra l’osservazione e il sentire.
La realtà non è frammentata, Non esistono mondi separati.
Anche la fisica contemporanea lo conferma: nel mondo quantistico tutto è connessione.

Così la vita si muove tra equilibri armonici e disarmonici, dove anche il caos ha il suo posto perfetto e ciò che avviene può essere parte del cammino, se accolto con consapevolezza.

Durante l’incontro, si sono gettate le basi di un campo meditativo comune, ma anche intimo: uno spazio che ogni partecipante ha potuto abitare secondo il proprio sentire, in dialogo con la propria narrazione interiore.

È stata un’esperienza ricca, autentica, e profondamente nutriente.

Dal seme che cade

nella terra del corpo
qualcosa può nascere

Con gratitudine

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